giovedì 29 giugno 2017

Il Rotary. etica professionale, servizio e amicizia.



Professioni & Lavoro


Il Rotary: etica professionale, servizio e amicizia.
Diamo un “senso” al nostro lavoro !
Articolo pubblicato sul numero di Luglio 2017, su "La Ruota", magazine del Rotary Club Latina.


di Ivan Simeone*
blog: ivansimeone.blogspot.com


Nei giorni scorsi, “girovagando” nel variegato mondo del web, mi sono imbattuto in alcuni articoli e riflessioni sull’etica rotariana e sull’importanza dell’azione professionale. Il mio pensiero ha cominciato ha mettere insieme tanti pezzetti di idee, fino a comporre un bel puzzle sul senso del nostro lavoro quotidiano.
Molto spesso, forse troppo, rischiamo di non andare a fondo delle cose e, anche noi rotariani, rischiamo di impantanarci in alcuni stereotipi di comportamento.
Etica: se sfogliamo il GDE UTET, troviamo diverse pagine ma, sintetizzando, possiamo definire Etica la filosofia dell’azione volontaria in quanto soggetta alla legge assoluta del dovere.
Scorrendo le pagine ci imbattiamo dal pensiero di Socrate a nostri Rosmini, Gioberti, Croce e Gentile. Di Giovanni Gentile ho ritrovato tra i miei scaffali un saggio letto un po’ d’anni fa: “Genesi e struttura della società” (edito da Sansoni nel 1975) e alle prime pagine Gentile ci parla proprio di Etica … “C’è una voce dentro all’anima dell’uomo che non tace mai, e lo sprona a non ristare, ad andare avanti: dove ? Verso se stesso: verso quello che egli deve essere”.
Jozef Tischner, filosofo polacco, nel saggio “Etica della solidarietà e del lavoro”, che regalai al mio Consiglio Direttivo, ci rammenta che “ il lavoro è la forma fondamentale di comprensione fra uomo e uomo. Il lavoro non può dividere gli uomini, ma deve unirli tra loro. Il lavoro che divide non è che un’apparenza di lavoro. Il lavoro apparente è quel lavoro che rimane in disaccordo con le esigenze della verità”…..e così avanti.
Il Rotary, è bene ricordarcelo sempre, è innanzitutto amicizia e condivisione, anche professionale e siamo chiamati a svolgere una attività etica nel nostro quotidiano come negli affari.
Quando parliamo di “azione professionale”, dobbiamo porla in stretta sinergia con il concetto di “servire”; il mettere a disposizione le nostre professionalità ed i nostri ruoli per far crescere chi sta intorno a noi, la nostra comunità, i nostri colleghi come il nostro staff, partecipando a progetti internazionali ma anche soltanto guardando in modo diverso e propositivo chi ci sta vicino. E’ un dovere per noi rotariani.
Tutto ruota intorno alle prove delle quattro domande (che dovremmo riproporre più spesso); ovvero ciò che penso, dico o faccio risponde a verità ? E’ giusto per tutti gli interessati ? Promuoverà la buona volontà e migliori rapporti d’amicizia ? Sarà vantaggioso per tutti gli interessati ?
L’integrità etica è un impegno ed un obiettivo allo stesso momento; una strada da percorrere. La nostra “mitica” Signora Bianca, da molti conosciuta nella nostra grande famiglia rotariana, mi ha regalato, tempo addietro, il manifesto etico dei professionisti rotariani, oggi meglio conosciuto come “Codice deontologico del Rotary”. Un vero quadro di comportamento etico cui tutti noi rotariani dovremmo attenerci; purtroppo il condizionale è d’obbligo.
I rotariani, notoriamente,  rappresentano uno spaccato della leadership della comunità locale, e devono concretamente operare per migliorare se stessi e la società.
E’ questo il compito del Rotary che lo distingue dalle altre realtà di service, ma come?
Creando una interazione professionale tra i rotariani, mettere a disposizione le proprie competenze al servizio della collettività, agire professionalmente con integrità, aiutare i giovani all’inserimento lavorativo, sostenere la crescita professionale personale e di chi ci sta intorno.
Il senso del Club è lo stare insieme in una amicizia. Luigi Giussani, uno dei miei Maestri, nel saggio “L’io, il potere, le opere”, edito da Marietti, evidenzia “come non si può nascere da soli e come non si può vivere da soli, così non si può rispondere al proprio bisogno se non in una compagnia, se non con l’aiuto di una compagnia. Da soli  nessun bisogno può essere affrontato con quella sistematicità che l’organicità della nostra vita esige”. Ovviamente Giussani rivolgeva lo sguardo al senso dello stare insieme in un “movimento”, ma il senso ultimo è il medesimo. E’ insito nell’essere umano il riunirsi insieme. Il Club è uno “stare insieme” per fare, mettere in sinergia le proprie professionalità, il proprio essere uomini di affari con il bene comune. Ecco che dobbiamo dare un senso al nostro lavoro, da rotariani.
Desidero concludere queste riflessioni, con un passaggio di Charles Péguy, uno dei miei autori di riferimento che, nel saggio “Il denaro”, evidenzia come “…non si trattava di essere visti o di non essere visti. Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto”.


*Ivan Simeone, Past President RC Latina ed attuale Vice Presidente.
Direttore provinciale della “Confartigianato Imprese Latina”.

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